Ricordi africani del 2009

Un giorno vidi camminare un uomo bianco da solo, in Africa, in mezzo alla giungla del Cameron. Come sempre, quando capitava di vedere un uomo bianco nei villaggi, gli corsi incontro per conoscerlo. Io ero da solo, i miei due compagni di viaggio, erano rimasti nell’ospedale dove lavoravamo. Lui stava proprio uscendo dalla giungla, fuori da sentieri o strade segnate.

Al mio: hello! detto ad alta voce, ancora in lontananza, lui mi chiese: “are you italiano?” Aspettai di esserli vicino e di stringerci la mano prima di rispondere: “si sono italiano!”

Eravamo due italiani in Cameron!

Poteva avere tra i 45 e i 55 anni, aveva una lunga barba grigia tendente al bianco e il comportamento di un uomo, che ne ha passato tanto di tempo in Africa.

Quando incontri un uomo bianco in una situazione così, si finisce sempre per passare la giornata insieme, figuriamoci con un connazionale. Infatti finì proprio così. Andammo a bere una birra insieme, che diventarono tre. La solita birra calda, accompagnata da noccioline, bevuta all’ombra, a 35 gradi.

Prima di iniziare a parlare delle nostre vite, di progetti ed esperienze, gli chiesi: “sei italiano, di dove?” Non potevo credere alla sua risposta: sono cresciuto vicino a Lecco, mi rispose. Incredulo, gli dissi che anche io ero di quelle zone. Lui curioso, mi chiese di quale paese. Come sempre quando parlo con persone nuove, non nominai il mio paesello, troppo piccolo per essere conosciuto. Nominai vari paesi, vicino al mio.

Lui non era in Italia da 20 anni, tante cose ovviamente le aveva dimenticate, tra cui i nomi di molti paesi. Nel mio spiegare, arrivai a nominare il lago di Alserio. Lui mi disse: “ho lavorato il cuoio ad Anzano del Parco per molti anni.” Non ci potevo credere, nel paese dove sono cresciuto. Quante risate che facemmo.

Poi la birra fece il suo effetto, in Africa gli uomini bevono molto e con quel caldo l’euforia non tarda ad arrivare.

Ci raccontammo tutta la nostra vita in poche ore, a quel basso tavolino, seduti su dei piccoli sgabelli. Mi diete molti consigli per muovermi con consapevolezza e saggezza in Africa. Lui aveva scelto di vivere li, senza fissa dimora, dopo un matrimonio finito male, con una ragazza cubana, a Cuba. Girava per il centro Africa, cercava sempre nuove iniziative di volontariato da parte di europei e ci collaborava. Era un personaggio strano. Dopo un paio d’ore, ci incontrammo con i miei due compagni e continuammo la serata.

Era il 2009, avevo 16 anni e quello fù il mio primo vero viaggio.

Ora a distanza di quasi dieci anni, capisco quanto sia stata utile quell’esperienza. Ringrazio chi l’ha resa possibile, i miei genitori e Piero Poli che mi porto con lui in quella travolgente e pericolosa missione umanitaria.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE HEDGE OF THE WORLD

IL GIRO DEL MONDO SOSTENIBILE

CLAUDIO MOJA

Quanto costa fare il giro del mondo? Si può viaggiare con 150 euro al mese.

Esistono milioni di variabili, non è possibile stimare con esattezza la spesa di un viaggio.

In queato articolo, cerco di fare un po’ di chiarezza, su come organizzarsi. Ad ognuno di voi, varieranno molti aspetti, in base al proprio progetto e alla propria indole.

Iniziamo:

I costi di un lungo viaggio variano a seconda del paese in cui ci si trova, allo stile di vita che si mantiene, all’usura della propria attrezzatura e all’eventuale spese come visti e assicurazione sanitaria.

Est Europa, Asia, Africa e sud America offrono quasi sempre costi della vita molto bassi.

Europa, nord America, Australia, Giappone, sud Africa, Artide e Antartide hanno costi molto più elevati.

Spese principali per organizzare un viaggio:

  1. Passaporto italiano= 140€
  2. Vaccinazioni= indefinito (guarda aricolo “quali vaccini e medicine servono per fare il giro del mondo?“)
  3. Assicurazione sanitaria annuale= 600€ circa
  4. Kit medico= 80/250 euro
  5. Attrezzatura di partenza e rinnovo al bisogno= (indefinito) un kit completo come il mio (gurda articolo “quale attrezzatura utilizzare per fare il giro del mondo?“) puo’ costare 1500 euro.
  6. Visti turistici (dove richiesti)= variano tra i 30 e gli 80 € circa (eventuali visti lavorativi, hanno costi maggiori)
  7. Scheda Sim per ogni paese= dipende molto dalla quantità di Gb disponibili, può costare tra i 5 e i 20 € al mese.
  8. Vivande=tra i 2 e i 15 € al giorno
  9. Ostelli=tra i 2 e i 15 € a notte
  10. Mappa cartacea per ogni paese=varia dai 2 ai 15 €.
  11. Scarpe sono da rinnovare ogni 3.000 / 4.000 km.
  12. La piccola bombola di combustibile è un’altra spesa frequente, circa una volta al mese, varia tra i 2 e i 6 €.
  13. Riparazioni carretto (bicicletta o altro).
  14. Si, si può viaggiare con 150 euro al mese! Dipende tutto da quanto si è intelligenti, simpatici, intraprendenti e svegli.

Nel mio viaggio, non esistono molti costi per mezzi di trasporto, se non dove è strettamente necessario, come attraversamenti via mare, zone di guerra o visti troppo brevi.

Prediligo accamparmi in natura o l’accoglienza locale, in ultimo usufruisco di ostelli. Quotidianamente mari, laghi, fiumi, bagni pubblici, la mia doccia portatile e l’ospitalità delle persone locali, mi danno la possibilità di lavare me stesso, i vestiti e il pentolino.

La mia casetta su ruote è molto robusta, ma le ruote comportano una spesa media di 5 € al mese.

Non compro mai vestiti e cerco di tenerli con cura, anche se non è semplice. Solitamente, solo, magliette e calze sono da rinnovare, ogni quattro/cinque mesi.

Non ho spese futili, se non queste sopra indicate, indispensabili per viaggiare ed essere in sicurezza.

Questo viaggio mi porterà a percorre la maggior parte della strada in paesi dove la vita costa meno, ma percorrerò molti chilometri anche dove la vita costa molto di più!

Partito Dall’Italia e arrivato in Iran in 8 mesi e 5500km percorsi, ho speso 4000 euro, compreso visti, documenti, pernottamento ad Istanbul una settimana e alcuni ticket tra musei e altre attività. L’attrezzatura la ho accumulata negli anni, per un valore di più di mille euro.

Con un po’ di impegno possiamo viaggiare con una media di 8.000 euro l’anno, tutto compreso, ma tutto varia in base al percorso e ai paesi che si attraversano. Alcuni richiedono visti molto costosi, altri sono gratuiti. In alcuni paesi si può mangiare con 2 euro al giorno, in altri con minimo 10 euro. Ognuno deve stimare un media in base al percorso che si è scelto.

Buona strada a tutti!!!

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

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IL GIRO DEL MONDO SOSTENIBILE

CLAUDIO MOJA

ALIMENTAZIONE. LE 3 REGOLE: Reperire acqua e cibo, evitare infezioni e malattie, riposare in maniera efficace.

PREVENIRE È MEGLIO CHE CURARE.

Una scelta sbagliata può rovinarci il viaggio. Mantenere accesa la forza di volontà e uno spirito di sacrificio, sarà la sfida più grande. Per fare questo: è fondamentale bere acqua potabile, mangiare cibi sani, riposare mente e corpo. Quando manca una di queste tre cose, ci si sente affaticati e in un attimo i problemi possono peggiorare drasticamente. È importante saper riconoscere i primi sintomi e operare di conseguenza, prima di ritrovarsi esausti.

ACQUA:

  • bene primario per l’uomo, diventa doveroso aumentare le dosi in situazioni di sforzo fisico prolungato. Di disidratazione si muore e avere sete non è un segnale di allarme. In buona parte dei paesi poveri l’acqua costa poco, esempio in Turchia ed Oriente con 1,50 € si acquistano fino a 10 litri. Trovarsi dall’avere qualche leggero sintomo di malessere, allo stare male è un attimo e bisogna riccorere a riposo prolungato flebo ecc. quindi meglio prevenire bevendo molto. A volte non si sente il bisogno di bere proprio perchè si è già in disidratazione. In situazioni di sforzo di lunga durata il corpo necessità fino a un litro di acqua all’ora per funzionare a pieni regimi. Meno acqua, uguale prestazioni minori. È importante bere in maniera metodica, 200/250 cl ogni 15 minuti permettono al fisico di lavorare al meglio e al cervello di rimanere lucido. Calcolare bene le scorte necessarie, in modo da non ritrovarsi mai con le borraccie vuote! Quando mancano liquidi i muscoli vanno ad usufruire dei liquidi del cervello e da lì a poco si accusano i primi problemi. Mal di testa, cali di pressione, crampi muscolari, svenimenti ecc. Detto questo è fondamemtale bere acqua potabile, in caso contrario i problemi insorgono in fretta e possono manifestarsi in mille spiacevoli modi. Questo capita anche se si bevono esclusivamente bevande di altro tipo: bere poca acqua ed assumere succhi, energy drink e bevande di vario tipo porterà in fretta il corpo a presentare segnali di mal funzionamento, a partire da reni e stomaco che non riusciranno a depuarsi.

Come essere sicuri della potabilità dell’acqua?

  • In Europa e in Nord America possiamo bere da rubinetti, fontane e fiumi di montagna senza troppe preoccupazioni, nei paesi orientali, asiatici sud americani e africani bisogna stare molto attenti. Dove fa caldo i batteri proliferano, dove fa freddo l’acqua sarà sicuramente più pulita e magari anche di sorgente. Nei paesi dove è presente il tifo o altre malattie infettive: si beve, si lava il cibo, la bocca, le mucose e le ferite solo con acqua di bottiglia sigillata. Il ghiaccio è acqua, mai dimenticarlo. Anche su molte isole si consigliano queste precauzioni per evitare coliche, dovute dall’accumulo di sabbia o sale nel fegato, nello stomaco e nei reni. Consultate articolo: ‘medicinali e prevenzione‘.
  • Se non avete la possibilità di reperire acqua in bottiglia, soprattutto in paesi dove ci sono pochi corsi d’acqua: prediligere sempre fontane e rubinetti di acqua corrente, un rubinetto apri/chiudi aumenta notevolmente i rischi. Ricordare sempre di annusare ed osservare la limpidezza del liquido. Fatto questo primo passaggio, testare il sapore con un piccolo sorso ed assicurarsi che la temperatura sia fresca prima di dissetarsi.
  • Bollire l’acqua è un modo per diminuire i rischi, ma ricordate che sono richiesti circa 20 minuti in ebollizione per ottenere un possibile risultato di potabilità. Il metodo più efficace richiede l’utilizzo di pastiglie disinfettanti e/o di un filtro a carboni attivi. Esisitono due modi per avere un filtro portatile.
  • Il primo: in vendità troviamo le ‘cannuccie da sopravvivenza‘, sono filtri leggeri, piccoli e istantanei, capaci di depurare fino a 1500 litri d’acqua (controllare capacità). Spesso si consiglia di utilizzare pastiglie disinfettanti insieme, così da ottenre migliori risultati.
  • Il secondo metodo: costruirsi un filtro. Bisogna adoperare una rete, con fori possibilmente inferiori a 0,5mm: una calza, una maglietta o una bandana vanno bene. Inseriamo all’interno uno strato di sabbia, uno di carbone, uno di ghiaia fine e uno di ghiaia grossa, questi filtreranno l’acqua dalle impurità e il carbone(utilizzare residui totalmente neri del fuoco) si occuperà di rimuovere buona parte delle tossine. Più comodamente possiamo utilizzare una bottiglia a testa in giù: rimuoviamo la base così da creare i nostri strati filtranti e leghiamo sulla bocchetta inferiore una garza che non lasci fuoriuscire la sabbia. Questo sarà un filtro monouso. (se vogliamo creare un filtro che duri più tempo bisogna mantenere pieno il nostro recipiente d’acqua, in modo che in alto si formerà uno strato ‘stagnante’ di microrganismi. Qui i batteri stagnanti si mangeranno a vicenda, ogni volta che verrà aggiunta nuova acqua da depurare. Questo filtro è più complicato e richiede esperienza per non ottenere l’effetto contrario.)

 

MANGIARE SICURO

  • Come riportato sopra per l’acqua, basta mangiare una cosa sbagliata per stare male giorni, quindi attenzione ad ogni pasto. Viaggiare lentamente a piedi o in bicicletta, offre la possibilità di abituare l’organismo giorno dopo giorno a liquidi e alimenti, tanto da potermi permettere verdure crude e acqua locale senza grossi problemi. Spesso arrivare in un paese lontano in aereo non da il tempo di abituarsi alle nuove usanze culinarie. Specialmente se si provano locali tipici (non per turisti) il rischio di stare male aumenta, ma sono questi sono i locali che offrono prelibatezze migliori, ai prezzi migliori. Prestate attenzione alla pulizia del locale, ma non fatevi ingannare dalla tovaglia sporca, dal pavimento in legno tutto rotto o dall’aspetto generale trasandato: entrate in cucina e scoprite cosa bolle in pentola, questo è ciò che conta! Prestate un minimo di attenzione alla pulizia di bicchieri e posate.
  • In buona parte del mondo non esistono i supermercati, troviamo frutta e verdura in mercati o bancarelle lungo le strade e gli altri generi alimentari nei negozietti di paesi. Qui, solo l’esperienza aiuta e credo sia una delle bellezze dei viaggi, imparare a fare la spesa dove le culture sono diverse dalla nostra.
  • Gli alimenti più a rischio sono quelli crudi: verdura, frutta, pesce, carne. Specialmente se questi vengono lavati con acqua di rubinetto, che potrebbe rovinare un alimento sano. In Asia per esempio sempre meglio mangiare verdura cotta. Le zuppe (bollite) non sono ad alto rischio. Pane, pizze, focacce e delizie varie vanno bene. La carne cotta non crea problemi, ma ricordarsi sempre di prestare attenzione al colore, all’odore e se puzza o è sporca non mangiatela! La frutta è ottima se rimuovete voi la buccia! Se siete in paesi con particolari malattie infettive provenienti dall’acqua, state attenti perché il frutto potrebbe essere infetto attraverso i liquidi che ha assunto dalla terra durante la maturazione.

 

 

Mantenere un’alimentazione corretta, specialmente in un viaggio on the road lontani da casa è indispensabile!

 

 

Consigli: 

CARBOIDRATI 50% del fabbisogno energetico giornaliero (prima e durante lo sforzo).
Offrono una riserva energetica a lunga durata.
Prima dello sforzo in poca quantità: RISO, PASTA, PATATE, MAIS, CEREALI, BISCOTTI ecc.                                            Durante lo sforzo: FRUTTA SECCA, BISCOTTI SECCHI.

 

  • GRASSI 20% del fabbisogno energetico giornaliero    (dopo lo sforzo).                                                                              Offrono una riserva di scorta energetica.    Ma attenzione!      Ci vuole grande sforzo per l’organismo e molto ossigeno per digerire e assimilare i grassi che verrano trasformati in energia, per questo meglio assimilarli dopo lo sforzo. In caso contrario durante lo sforzo vi sentirete affaticati e senza fiato.  OLIO, BURRO, FORMAGGI, LATTICINI, CIOCCOLATA, PANCETTA, LARDO, CARNE GRASSA, ecc.

 

  • PROTEINE 30% del fabbisogno energetico giornaliero (PRIMA E DOPO)                                                                          Servono per le fibre muscolari.                                                  Prima in quantità limitata e dopo lo sforzo più in abbondanza: CARNE, PESCE, UOVA, FORMAGGIO, LATTE, LEGUMI.
  • Verdure e frutta con buccia sono indispensabili per assumere fibre che regolarizzano la digestione e mantengano sani i muscoli.

 

  • VITAMINE:
  • A: Serve a ossa e pelle (CAROTE, FRUTTI ARANCIONI, POMODORO, PAPRICA, FEGATO)
  • B: Agisce su fegato e sistema nervoso. Molto utile in caso di affaticamento. (MAIALE, PESCE, DERIVATI LATTE, SOJA) La carenza causa: mancanza d’appetito ed insonnia. Funziona convertendo l’energia, ovvero il glucosio e facilitando il lavoro delle proteine.
  • C: difese immunitarie (AGRUMI, MELE, VERDURE A FOGLIA VERDE, FRUTTI BOSCO, KIWI) La carenza causa: lenta guarigione ferite, gengive infiammate, pelle arrossata o ruvida, sangue dal naso, articolazioni gonfie.
  • D: ossa e muscoli (FORMAGGI GRASSI, UOVA, SARDINE) La carenza causa: dolori alle ossa e debolezza muscolare, disturbi cognitivi ed emotivi.
  • E: ossigeno (OLI VEGETALI, NOCI, NOCCIOLE, MANDORLE) La carenza causa: senso di stanchezza e apatia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, debolezza muscolare.

  • PRIMA del cammino: es. colazione.                        Abbondante, ma non pesante. Acqua, Tè o caffè, accompagnati da avena, cereali ecc. Volendo anche formaggio o fette biscottate, biscotti, marmellata, uova, carne magra, frutta. Insomma bisogna caricare le batterie per la giornata. In quantità digeribile velocemente! Non bisogna sentire lo stomaco pieno, pesante! Non è adatta frutta come banane ed agrumi, molto meglio la frutta disidratata.

 

  • DURANTE: biscotti secchi, mix di frutta secca (vi assicuro è magica) noci, nocciole, mandorle ecc.

 

  • PAUSA PRANZO: pane, insalate, verdure, legumi, affettati magri, formaggi (tipo grana). Sempre senza esagerare.

 

  • DOPO:  ex. cena.  Minestre/zuppe ricche di sali, tanti legumi e riso, farro oppure orzo ecc. Una birra aiuta lo stomaco ed è ricca di sali minerali, ottima per prevenire crampi post sforzo.

 

  • LA CARNE: alza il carico di acido urico. Se si assimila carne grassa, ancor di più se cotta, ci vuole tempo, ossigeno ed energie per digerire ed assimilare. La mattina saremo stanchi e senza forze. I legumi offrono molte più energie e più vitamine, facilmente assimilabili. Un mix la sera con un brodo è perfetto!

Riposare in maniera efficace in posti sempre nuovi non è facile. Affonteremo questo argomento nel prossimo articolo ‘mille posti dove dormire’.

La mancanza di acqua e di riposo causa: crampi, insonnia, perdità di lucidità, incapacità di prendere scelte, dolori addominali, dolori al torace, tachicardia, arresti cardiaci e anche la morte. È importante conoscere i propri limiti, non arrivare mai allo stremo delle proprie forze e fermarsi quando è il momento.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE EDGE OF THE WORLD

IL GIRO DEL MONDO SOSTENIBILE

CLAUDIO MOJA

Come vivere in viaggio? Per viaggiare tanto bisogna spendere poco e arricchirsi di esperienze

VIAGGIARE TANTO E SPENDERE POCO CI RENDERÀ FELICI.

Mollarre tutto, partire, spendere solo dove è necessario e andare alla scoperta del mondo!
È una scelta più approcciabile da giovani, quando si ha già famiglia, mutuo e abitudini di vita basate sul consumismo, diventa molto più difficile.

Sacrificare quello che si ha e uscire dalla confort zone.

Bisogna accettare di dormire al freddo molte volte.
Bisogna accettare di avere due magliette, due pantaloni, due mutande, due calze, due paia di scarpe, una giacca e non un armadio intero.

Bisogna accettare di non avere una macchina e spostarsi il più possibile gratis ( a piedi, in bici ecc) senza pretendere di andare da una parte all’altra del mondo in 12 ore.

Bisogna mangiare quello che si riesce a reperire, quello che la cultura del luogo propone, alimenti locali e non importati dall’altra parte del mondo.

Bisogna lavarsi dove capita, con l acqua fredda a volte!

Bisogna avere coraggio, (ma non so se è il termine adatto) abbandonando le proprie abitudini e i propri cari.

Bisogna amare se stessi e il prossimo in ogni istante. Questo comporta davvero tante fatiche, che ti faranno mettere sempre in seconda fila, la precedenza sempre agli altri.

Sud Iran
Bulgaria

Provate ad immaginare la vostra vita senza una casa, ma con una tenda.
Senza un letto, ma con un sacco a pelo.
Senza cucina, ma con la fatica di farsi un fuocherello.
Senza corrente, ma con un piccolo pannello solare con cui ricaricare il telefono.

SE NON COMPERI NULLA, NON HAI NULLA DA DOVER SMALTIRE, abbattendo così le spese e l’inquinamento  mondiale.

Bisogna avere voglia di portarsi ‘sulle spalle’ lo zaino, cioè la propria piccola casa, che abbraccerai forte, ogni volta che ti ritroverai chissà dove, in difficoltà.

Se potete immaginare questo, all’ora potrete farlo!

Io la vedo così, la vivo così, ma magari sbaglio.
Credo che se fossimo tutti viaggiatori, il progresso sarebbe dannatamente lento, ma in questo periodo storico, di grandi cambiamenti credo che il mondo abbia bisogno di viaggiatori, per avvicinare i popoli e abbattere barriere di varie entità. Penso che i giovani debbano viaggiare, per non trovarsi limitati alle loro abitudini, alle comodità del proprio paese e per minimizzare ogni forma di razzismo, venendo a conoscenza del mondo e di tutti i suoi popoli.
Quindi a ognuno il proprio ruolo, in questo mondo.

I soldi

I soldi mi servono per i documenti: come il passaporto, i permessi, la copertura sanitaria, la ricarica telefonica.
Servono per mangiare.
Inoltre servono per rinnovare l’attrezzatura una volta usurata, ovvero quando proprio non è più usabile.
In fine servono per toglierci qualche sfizio, forse.

Non dimentichiamo che in buona parte del mondo, costa tutto molto meno che in Italia. Siamo fortunati, buona parte della popolazione mondiale non può dire questa cosa, come Asia, Africa, Sud e centro America, Russia, Est Europa. Sono circa 50 su 196 gli stati economicamente agiati.

Come guadagnare i soldi?

Ipotiziamo 10 euro al giorno…..Lavorando!
E qui ad ognuno il proprio scopo, ad ognuno la propria attitudine, ad ognuno il proprio impegno. Chiaro che si parla di lavori da 300/400/500 euro al mese, poche ore, tanta voglia! Poche spese personali! Lavori stagionali, lavori online, lavori presso associazioni umanitarie o che si occupano di salvaguardia ambientale, offrono la possibilità di vivere in viaggio.

Cambiare modo di vivere la vita

In questo viaggio ho scoperto che tutto questo è possibile. Prima di partire non mi capacitavo di come si potesse vivere ‘da nomadi’, ma qualcosa mi spingeva a provarci. Forse ho visto troppi film d’avventura. Per fortuna!

Ho scoperto, che si può badare alla propria igiene, anche senza avere una casa o un hotel. Ho scoperto che esistono alimenti che non conoscevo e che cucinando o scegliendo i posti giusti, posso spendere davvero poco, davvero molto poco.

Ho scoperto che il mondo, è pieno di persone fantastiche, sempre pronte ad accogliermi. Ho scoperto che viaggiando, le persone si incuriosiscono molto ad ascoltare la mia storia, condividendo con me quello che hanno e io offro sempre il mio aiuto per ringraziare.

Ho scoperto che in viaggio nessuno si lamenta, ma tutti vengono spinti a vivere la vita e rincorrere il proprio sogno.

Turchia (Maran Marta)

Ho scoperto, che viaggiando non serve acquistare nulla, anzi più il tuo zaino è leggero, meglio è!

Ho scoperto, che trovo la felicità nei momenti, nelle persone e nei paesaggi.

I desideri, le paure e il tempo che passa

Non credo che si possa comprendere, fino a che non si prova. Ricordo ancora le paure e i pensieri prima della partenza. Ora mi fanno capire come il nostro stile di vita, sia una prigione per la mente. Una prigione,  che ci priva della libertà e della nostra individualità.

Il passo più difficile è cambiare le proprie abitudini, i propri bisogni e non avere paura di non riuscire a realizzarci.

Rincorro il tempo, perché è l’unica cosa che non tornerà indietro. Rincorro il tempo perché è l’unica cosa non accumulabile. Alla fine dei miei giorni, vorrò avere tanti bei ricordi e aver lasciato qualcosa di buono nelle persone, non conterà cosa avrò accumulato, oggetti o denaro.

Turchia

Volere sempre qualcosa di nuovo, per poi non essere mai felice, non è la mia strada. Ho scoperto che vivere in maniera semplice, coltivando le mie passioni, mi rende unico e felice.

Nei primi 5 mesi di viaggio ho provato emozioni e fatto esperienze, che mi hanno fatto capire cosa vuol dire essere vivo.

Ho scoperto la storia dei paesi che ho attraversato, ben diversa da quella che ci viene raccontata dai media. Ho scoperto che siamo tutti fratelli e a dividerci è la guerra al potere. Ho scoperto che le persone infelici, sono persone invidiose e cattive.

Ho scoperto che l’amore è più forte nei popoli più poveri, con una storia burrascosa e che i popoli più agiati sfruttano questa situazione per arricchirsi.

Ho scoperto che c’è chi è invidioso della mia libertà, della mia follia e chi invece ne condivide la felicità, facendola un po’ sua.

Ho scoperto che la natura, mi offre tutto quello di cui necessito per vivere.

Georgia

Non ho paura che mi vengano rubati, i pochi oggetti con cui viaggio. Non ho chiavi con me, nulla da dover conservare con ansia o egoismo. Condivido tutto e mi lascio sorprendere dalla vita. Sono uno ‘YesMan’ e quando sono in terra straniera e non capisco la lingua, rispondo sempre SÌ e poi aspetto di scoprire cosa accade! Sempre con attenzione e informandomi preventivamente sul luoghi, per prevenire situazioni pericolse o di malessere.

Trasmetto positività, credo nel karma, mi impegno per un mondo migliore e questo fino ad oggi ha dato ottimi risultati.

 

Auguro a tutti buona fortuna, buena Vida e tanta forza!
Come dicevamo in Africa, Aisha!! (forza che ce la facciamo, che ce la fai, non mollare mai!!)

La nostra vita è il nostro miglior viaggio, godiamocelo bene.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE EDGE OF THE WORLD

IL GIRI DEL MONDO SOSTENIBILE 

CLAUDIO MOJA 

Dalla guerra alla plastica dipende il nostro futuro

 

Dalla guerra alla plastica dipende il nostro futuro.

Nel 2015, 193 paesi hanno sottoscritto un progetto di progresso sostenibile, che prevede di raggiungere 17 obiettivi entro il 2030. Oggi in questo articolo parliamo di plastica, partendo da questa notizia: l’Europa vieterà l’uso della plastica monouso entro il 2030.

10 fiumi sono responsabili della maggior parte della plastica portata negli oceani; plastica che non si biodegrada mai, decomponendosi fino a diventare microplastica. La più pericolosa perché, ingerita dai pesci, sta entrando nella catena alimentare. Di questo passo nel 2050 ci sarà più plastica che pesce. Ci sono zone immense, sia in mare aperto che vicino alle coste dove la plastica ricopre il mare totalmente, come la famosa Trash Vortex nel Pacifico.

Negli oceani finiscono oltre otto milioni di tonnellate di plastica ogni anno. Un quinto arriva dai mari, il restante proviene da terra. Chissà quante tonnellate sono presenti sottoterra, senza la possibilità di vederle. Tutto è nelle nostre mani, dipende dal nostro comportamento, ogni giorno.

4 milioni di tonnellate di plastica arrivano principalmente da Cina (Yangtze, Xi, Hanpu), India (Gange), Indonesia (Brantas, Solo), Africa centro occidentale (Oyono), Brasile (Rio delle Amazzoni), Filippine (Pasig), Myanmar (Irrawaddy). Tra questi fiumi, 8 sono in Asia, dove è presente la maggior parte delle aziende produttrici a livello mondiale.

Negli ultimi anni sono nate centinaia di campagne di sensibilizzazione e informazione, studi e progetti per affrontare il problema e numerose associazioni che stanno operando a livello locale o in più paesi. Molti sono i giovani che si sono impegnati nella protezione del pianeta, nel campo dell’ingegneria o come attivisti, che meritano di essere conosciuti.

Campagne come Marevivo, progetti come Clean Sea Life, Ocean Clean Up, Minerv Biorecovery, 4Ocean, offrono spesso l’occasione di essere partecipi o di sostenere economicamente.

Ovunque vi troviate, esiste vicino a voi un’associazione o un gruppo di volontari che operano in questi progetti ambiziosi e vi assicuro che sono ambienti piacevoli e gratificanti.

L’80% del lavoro tocca a noi, tutti i giorni. La migliore soluzione per lo smaltimento della plastica è non usarla, non acquistarla non produrla. Ricordiamoci che la materia prima per la sua produzione è il petrolio e quindi si inquina con un immenso spreco idrico, consumi energetici elevati, sfruttamento delle risorse in senso più ampio e obbligando migliaia di persone a orari di lavoro logoranti, in ambienti tossici.

Come ridurre lo spreco di plastica? Come salvaguardare il pianeta e noi stessi?

Qualche consiglio:

  1. Andiamo a fare la spesa con borse in tessuto o uno zaino ed evitiamo i sacchetti. È anche più comodo!
  2. Ricordiamoci di spacchettare gli acquisti dai mille involucri e di lasciare questi ultimi nei negozi o evitarne per principio l’acquisto. A lungo andare diventerà una buona abitudine e sia i venditori che i produttori smetteranno di imporceli.
  3. Aboliamo l’utilizzo di bicchieri, posate e cannucce monouso.
  4. Acquistiamo liquidi sfusi. Non consumiamo detersivi, bevande e acqua in bottiglie di plastica. I detersivi hanno un impatto ambientale altissimo. Sul mercato esistono molti prodotti ecologici e ormai in tutte le città, si possono trovare negozi fuori dalla grande distribuzione, in cui riempire i propri contenitori. Le bevande industriali sono dannosissime per la salute e sono confezionate nella plastica. Non dimentichiamoci che solo il 6% delle bottiglie viene riciclato e si stima che ogni secondo ne vengano vendute e buttate circa 20.000!
  5. Evitiamo i rasoi, gli spazzolini, gli accendini e qualunque oggetto in plastica monouso. Questi possono e devono essere sostituti con oggetti in materiali che durano nel tempo e non inquinano.  Meglio arrivare già abituati al 2030!
  6. Tutto ciò che è in plastica, proviamo a cercarlo in un altro materiale, come vetro, ceramica, legno o bioplastica (ottenuta dalla fermentazione del mais o da scarti agricoli).

Avete mai pensato quanto potreste risparmiare, mentre aiutate il pianeta?

E adesso alcune informazioni per la nostra salute!

La plastica viene registrata con un simbolo corrispondente ai composti chimici che prevalgono nella sua composizione, ma il produttore non è tenuto a indicare tutti gli additivi e i rischi possibili per la nostra salute!

  1. PET Polietilene tereftalato. È il più diffuso per contenere alimenti. Se riscaldato o surgelato può rilasciare la tossina DEHA, oltre ad antimonio (metallo tossico) e composti brominati, inquinanti con potenziali effetti di interferenza endocrina e neurotossica.
  2. PE-HD Polietilene ad alta densità. Viene usato principalmente per produrre buste e borse della spesa. Ha un impatto ambientale elevatissimo.
  3. PVC Cloruro di polivinile. Si impiega per il 90% delle pellicole per alimenti e in edilizia per pavimenti, infissi, materiali isolanti e molti prodotti di arredo come carte da parati, tende doccia, tovaglie, finta pelle. Ma anche blister, palloni, attrezzature sportive e giocattoli in plastica soffice.
  4. PE-LD Polietilene a bassa densità. Contiene solo carbonio e idrogeno ed è meno pericolosa. Si usa per sacchi della spazzatura, coperchi per barattoli, cartoni del latte fresco.
  5. PP Polipropilene. Contiene ftalati, anche se in quantità inferiori a quelle imposte per legge, e serve per componenti auto, giocattoli in plastica dura, vasetti per yogurt, pasti takeaway, tessuti per arredo e soprattutto ogni tipo di tappo per bottiglie in plastica!
  6. PS Polistirene. Componenti principali sono lo stirene e il benzene, che possono migrare dagli imballaggi agli alimenti e sono riconosciuti come altamente cancerogeni. Nei gas di incenerimento del polistirolo sono state trovate fino a 90 sostanze tossiche. Si usano per i contenitori di uova, carne e formaggio, il takeaway, isolanti, giocattoli, rasoi monouso.
  7. Tra le plastiche non riciclabili, una delle più dannose è il Policarbonato. Polimero a base di di BisfenoloA (BPA), o del suo recente sostituto PBS, è un composto che simula l’azione degli ormoni femminili. Può danneggiare l’equilibrio ormonale ed è stato rilevato in misura considerevole in adolescenti e bambini sottoposti a test. inoltre è stata accertata una correlazione tra l’uso di BPA e l’aumento di tumori al seno e alla prostata, disturbi metabolici tra cui diabete di tipo 2 e obesità, ADHD e asma allergica. Troviamo il Policarbonato nelle bottiglie di succhi e ketchup, nei contenitori dell’acqua per uffici, nei rivestimenti interni di barattoli e fino a poco tempo fa nei biberon. Perfino in tutti gli scontrini fiscali con carta termica! 

Come risolvere l’inquinamento ambientale?  Come rimediare al disastro fatto negli ultimi 60 anni?

Moltissimi progetti stanno nascendo per arginare il problema dell’inquinamento da plastica nei mari, ma quest’anno THE OCEAN CLEANUP e THE SEABIN PROJECT meritano di essere conosciuti da tutti.

The Ocean Cleanup. Ideato da un giovane olandese per raccogliere la plastica in mare aperto, sfruttando le correnti oceaniche, è un tubo galleggiante lungo 600 metri e dotato di un rastrello di 3 metri capace di catturare i rifiuti. Dotato di luci a energia solare, sistemi anti-collisione, sensori, telecamere e antenna satellitare, può essere monitorata in ogni situazione ed è collegata a una rete di imbarcazioni che recuperano la plastica ogni due mesi, per portarla nei centri di riciclo. Il progetto è ambiziosissimo perché si occuperà anche e soprattutto del Trash Vortex, l’immensa isola che le correnti oceaniche hanno formato nel Pacifico e che ormai viene chiamata Great Pacific Garbage Patch.

The Seabin Project. Ideato qualche anno fa da due surfisti australiani, adesso è operativo nella versione Seabin V5. E’ un sistema di raccolta dei rifiuti nei porti e nei circoli nautici e promuove un’economia circolare, per ridurre, riutilizzare e riciclare soprattutto plastica. Le unità Seabin V5 sono fissate a pontili flottanti e sono formate da cestini galleggianti in cui una pompa aspira inquinanti, compresi oli e detergenti a base di petrolio, e macro e microplastiche tra i 2 e i 5mm. Il filtro interno in fibre naturali può rimuovere fino a 1,5 kg di spazzatura al giorno e ha una capacità complessiva di 20 kg. Tratta fino a 25000 litri di acqua all’ora e alla fine del procedimento restituisce acqua pulita in mare. Sperimentato in Europa e negli Stati Uniti, quest’anno Tha Seabin Project è arrivato anche in Italia, dove è attivo in circa 8 porti, grazie al progetto LIFEGATE PLASTICLESS, finalizzato a sensibilizzare e informare il più possibile sulla situazione del Mediterraneo, che è uno dei mari più trafficati e inquinati del mondo.

Qualche cifra?

  1. Il mediterraneo accoglie 731 tonnellate di plastica ogni giorno e solo in Italia 90 tonnellate!
  2. L’Italia è il terzo paese per consumo d’acqua in bottiglia di plastica, dopo Messico e Tailandia, ne fa uso il 67% degli italiani.
  3. Il 20% del traffico marittimo mondiale avviene nelle acque del Mediterraneo.
  4. Il problema della plastica va affrontato senza dimenticare quello delle microplastiche, forse più distruttivo e subdolo perché non facile da osservare. Le più insidiose sono le microplastiche inferiori a 5mmm, che ormai sono entrate nella catena alimentare, soprattutto attraverso i predatori come tonni e spada, e soffocano i viventi.
  5. Si stima che sui fondali marini si trovino ormai 100.000 frammenti per kmq.
  6. Il 70% di tutte le plastiche si sbriciola e finisce sui fondali, dove soffoca anche le specie che li vivono.

Tra gli obbiettivi da raggiungere nel 2030 c’è l’abolizione di imballaggi non riciclabili e oggetti monouso. In alcune parti degli Stati Uniti sono già stati banditi cannucce in plastica e bicchieri monouso. L’Italia sarà il primo paese a bandire la produzione di cottonfioc in plastica, già dal prossimo gennaio e le microsfere usate in cosmesi.

CANAPA

La canapa industriale può sostituire i materiali plastici derivati dal petrolio. Dalla canapa è possibile produrre materiali bio-plastici, biodegradabili e atossici. Oltre a competere con i prezzi dei materiali derivati dal petrolio, la canapa garantisce migliori caratterische di resistenza e leggerezza.

La canapa è la coltivazione più efficiente per le produzioni plastiche eco-sostenibili.

  1. L’industria automobilistica produrrebbe veicoli più prestanti e non inquinanti.
  2. Il settore degli imballaggi non inquinerebbe più il mondo, nella produzione e nello smaltimento.
  3. L’arredo e la produzione di carta, non comporterebbero più il disboscamento di intere foreste, mettendo a serio rischio gli equilibri degli ecosistemi.
  4. Il settore edile, utilizzerebbe materiali più resistenti, leggeri e anti sismici.
  5. I giocattoli e gli oggetti di tutti i giorni, sarebbero atossici e riciclabili.
  6. Perfino l’elettronica avrebbe ottimi sviluppi. Sono gia stati presentati i primi filamenti a base di canapa, per le prime stampanti 3D.

Negli anni 40 Ford presentò il primo prototipo di automobile interamente in canapa ed alimentato ecologicamente ad etanolo di canapa. Automobile che all’epoca fu giudicata sicura, veloce e non inquinante. Mostrò la resistenza al pubblico, colpendo la carrozzeria della vettura con un grosso martello.

Negli anni 30 Italia e molti altri paesi lavoravano la canapa per produrre vestiti, oggetti e alimenti. Con la scoperta del petrolio, le grandi lobby e le multinazionali la debellarono, dando il via all’era del petrolio.

Ora sta a noi impegnarci ogni giorno per un progresso sostenibile, per rendere questo splendido pianeta più sano e bello da vivere.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE EDGE OF THE WORLD

IL GIRO DEL MONDO SOSTEBILE 

CLAUDIO MOJA

 

 

Viaggiare per promuovere un progresso sostenibile in tutti i suoi aspetti

Fare il giro del mondo camminando per promuovere la salvaguardia ambientale, dando il buon esempio e portando in giro un messaggio semplice e chiaro ‘rispettiamo l’ambiente’.

Se a parole è stato facile, farlo si è rivelato in poco tempo difficile. Avevo come obbiettivo, non usare petrolio, alimentare il mio bisogno energetico con un pannello solare e raccogliere qualche sacchetto di spazzatura da terra tutti i giorni, in poco tempo ho capito che i miei obbiettivi, avrebbero trovato orizzonti molto più vasti.

Non usare carburante per spostarmi, alimenatare i miei dispositivi con l’energia solare e raccogliere principalmente plastica da boschi, fiumi e laghi è stato un ottimo inizio, ma era solo l’inizio.  Mi sono ritrovato ad affrontare molte altre sfide, per avere uno stile di vita sostenibile.

Ho subito iniziato a rifornirmi di alimenti a km 0, non è stato sempre facile, soprattutto in Europa, dove nei negozi ci sono prodotti provenienti da tutto il mondo. Ogni volta che faccio la spesa mi danno tanti sacchetti, specialmente dove sono ora nella zona del Caucaso. Qui l’utilizzo della plastica è totalmente fuori controllo. Ogni volta rimuovo gli articoli dai sacchetti, che generalmente, la commessa mi prepara e metto tutto nel mio zaino. Gli allevamenti intensivi sono la principale causa dei gas serra e di brutte malattie per l’uomo, così mangio solo carne di animali che pascolano liberamente, nella zona dei balcani e del caucaso è più facile trovarli.

 

Dopo aver attraversato Slovenia e Croazia, paesi molto attivi verso la salvaguardia ambientale e nell’ utilizzo di energie rinnovabili, con grandi progetti per salvare il mare e proteggere la terra da comportamenti umani irrispettosi, sono arrivato in Bosnia. Arrivato nel cuore dei Balcani, ho capito che il progresso aveva altre priorità. Ho perseverato nella mia raccolta di plastica, ma la mia attenzione si è spostata sulla storia di quei popoli. Ho realizzato che se dei popoli vivono in uno stato di malessere e di guerra con il vicino, non c’è spazio per impegnarsi a salvare il pianeta e loro stessi. Dopo anni la guerra del Kosovo, tiene ancora chiuse le porte del progeesso a serbi e albanesi. Se in Bosnia e Montenegro si prova ad avanzare nel progresso con i segni della guerra di jugoslavia ancora ben visibili, mi è sembrato che i serbi fossero ancora concentrati sull’odiare gli albanesi e tutto il popolo del Kosovo. Una cosa è certa, se c’è fratellanza, i popoli si impegnano per stare bene e lavorare in sintonia, ma fino a che prevalgono l’odio e un pensiero di supremazia, nulla può migliorare. Questa lezione l’ho imparata soprattutto parlando con i giovani, in tutti i paesi il finale dei discorsi era sempre lo stesso: “siamo tutti amici quando ci conosciamo, è a causa dei media che i popoli hanno brutta reputazione e cattivi rapporti. Governi e politica sicuramente non influiscono positivamente“. Sempre e ovunque la stessa storia. Io come dimostrazione che quanto appena riportato é vero, mi divertivo e confrontavo la mia cultura con albanesi, serbi, bulgari, turchi, azeri ecc.

 

Uscito da questa situazione, sono approdato in Bulgaria e ho capito che avrei iniziato a scrivere. In questa terra ho camminato giorni e giorni circondato da immense coltivazioni, in Bulgaria vengono utilizzati pesticidi cancerogeni nei campi, tanto che le acque non sono più potabili e a volte solo il contatto con queste acque procura delle reazioni cutanee. Un vero disastro, che si rovescia anche sull’ Italia, dato che buona parte di quel grano viene venduto in Europa. Una situazione che di progresso non ha nulla e io non potevo rimanere inerme davanti a questi fatti, così ho iniziato a scrivere articoli e a riportare quello che vedevo.

Fare informazione, questo è diventato l’obbiettivo principale!

smartcapture

In Turchia e nel Caucaso, dove se raccolgo la spazzatura mi guardano come se fossi matto, la cosa migliore da fare è informazione. Mission impossibile! Mi ritrovo a trasportare i miei scarti in plastica per ore o per giorni, dalla Bulgaria fino all’Azerbaijan la situazione è peggiorata giorno dopo giorno. La totale mancanza di educazione e di organizzazione per smaltire i rifiuti, ha reso sempre più difficile il mio obbiettivo, fino ad arrivare in Azerbaijan dove le spazzature non eistono. Dove i bambini imitano i genitori e finito il sacchetto di patatine, lo buttano nel prorpio giardino o nei campi. Per me spiegare la pericolosità delle microplastiche e di tutto quello che comportano è diventato impossibile, ma abbattere barriere di entità raziale è diventato un gioco.

Se già di per sé viaggiare è complicato e spesso bisogna adattarsi, viaggiare in maniera sostenibile senza usufruire di plastica e lasciando pulito il percorso calpestato si è rivelata una vera sfida. In viaggio adattarsi e non dare attenzione al proprio comportamento, a volte offre delle comodità, io di comodità in questi cinque mesi, ho visto solo il letto di una decina di ostelli.

Questo è il mio giro del mondo sostenibile. Questa è la mia idea di progresso sostenibile, unire i popoli, studiarne la storia ed abbatterne  le barriere. Impegnarci tutti insieme per migliorare. Prestare attenzione al nostro comportamento, a cosa mangiamo, a come alleviamo, a cosa utilizziamo, ai materiali che scegliamo, come ci spostiamo, alle energie che sfruttiamo e cosa promuoviamo.

Il mio obbiettivo: rendere disponibili a tutti le informazioni che apprendo su popoli, energie rinnovabili ecc. Attraverso blog e social network, dimostrare che il mondo è un posto magnifico e che i popoli possono vivere in sintonia, invece di combattere una guerra al potere. Partire da me stesso, giorno dopo giorno, passo dopo passo.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE EDGE OF THE WORLD

IL GIRO DEL MONDO SOSTENIBILE

CLAUDIO MOJA

Cosa desideriamo dalla nostra vita? La felicità. Vivere alla grande ed essere soddisfati.

Cosa desideriamo dalla nostra vita? In che modo ci ostiniamo a cercare la felicità?

Quando avevo una vita “normale”, regolare come tutte le altre, fatta di una casa, di una macchina, di vacanze, sport, aperitivi con gli amici, della ricerca ossessiva di trovare l’anima gemella, di aspettare il nuovo disco musicale, il nuovo film, di orari precisi da rispettare, avevo definito nella mia mente un disegno preciso del mio futuro.

Immaginavo la mia vita ed ero arrivato al punto di sapere esattamente come sarebbe stata, nei minimi dettagli. Pensavo a come realizzare tutto quello che progettavo.

Ma dentro di me qualcosa mi portava sempre a vedere oltre, a pensare che volevo fare della mia vita una grande avventura e non uno schema da progettare e seguire.

Quanto sarebbe triste avere un libro, con scritta la nostra vita pagina per pagina e sapere già cosa accadrà?

Così dopo anni di malessere e voglia di evadere dalla routine, ho deciso di viaggiare come ho sempre sognato. All’avventura!!! Ho progettato THE EDGE OF THE WORLD e ho camminato Dall’Italia fino in Iran. 5500km in otto mesi e non è mai finita.

Senza alcun dubbio, non ho più la minima idea di come sarà la mia vita. Non so cosa accadrà ed è bellissimo perché senza sapere cosa mi aspetta, sto finalmente vivendo!

Da piccoli ci chiedono: cosa vorresti fare da grande?

Non lo sapevo, non lo potevo sapere, ma soprattutto non lo volevo sapere! Perché dovrei vivere il mio secondo capitolo, essendo già a conoscenza del quarto? Come quando scrivo pensieri come questo: appena mi vengono, devo subito trovare carta e matita, altrimenti volano via.

Così fa anche la vita: se non vivi l’attimo, se pensi e ripensi a quello che vuoi, a quello che immagini, ti perdi il capitolo che stai vivendo. La vita vola via, giorno dopo giorno. Al capitolo successivo succederà la stessa cosa e tu sopravvivi, ovvero resisti fino all’ultimo capitolo, che non sarà molto differente da quelli precedenti. Vivi con la speranza che il capitolo successivo sarà migliore, dimenticando che esiste il presente.

Cosa vuoi fare della tua vita? Non lo so e non lo voglio sapere. Anzi, una cosa la so: voglio viverla! Non voglio dover pensare sempre al futuro, voglio pensare a dove sono arrivato e godermi i momenti.

Cambiare vita: non fermarti al 10%

Quando viaggio, guardo i miei passi. Guardo sempre l’orizzonte e inevitabilmente mi organizzo per essere sempre preparato, ma sto vivendo il momento!

Perché mai dovrei limitare me stesso, la mia mente, a desiderare quella casa, quella macchina, quella vacanza, quando sono consapevole di essere a conoscenza del 10% di quello che potrebbe essere? O di quello che posso sognare?

Se ci limitiamo ad inseguire a tutti i costi quel 10%, perdiamo tutte le possibilità del restante 90%. Desiderare fa bene e sognare ancora di più, ma bisogna farlo riuscendo a non darci dei limiti. E soprattutto: dobbiamo sognare e agire, non sperare!

Vivere è la cosa migliore che possiamo fare. Con impegno e con la libertà mentale di non imporci dei limiti. Con la consapevolezza che non serve avere uno schema ben preciso, perché siamo umani e non sappiamo cosa succederà.
Con la grinta di reagire alle situazioni, possiamo trasformare ogni singolo momento in un grande dono e godercelo al meglio!

Vedo ragazzi buttare via la propria vita perché non trovano la loro missione, come se tutti fossimo nati con uno scopo ben preciso. Forse dovremmo solo darci la libertà di vivere.

Più romantici, più curiosi, più avventurieri

Credo che di questi tempi dovremmo fermarci solo per un momento e lasciar scorrere tutto, per ripartire da noi stessi e non da quello che ci corre intorno. Desideriamo cose che non hanno alcun impatto sulla nostra vita, si dice sempre “quando l’uomo ha ottenuto una cosa, ne desidera subito un’altra“. Questa ne è la prova.

Viaggiando ho avuto la dimostrazione che per vivere, per sentirsi vivi, liberi e appagati ci vuole ben altro che un preciso schema di vita. Non è detto che la tua strada sia quella della scuola, del lavoro, della macchina, del mutuo sulla casa, della famiglia e della pensione.

Ho visto tanti ragazzi, me compreso, sentirsi obbligati a realizzare questo schema e buttare via anni di vita. 

Concentraci su un’idea sbagliata, che non ci appartiene, significa perdere la nostra individualità, ciò che ci rende unici.

 

Cit.

Romantico è colui che accarezza le idee con amore, indipendentemente dalla loro possibilità.

Vagabondo è colui che concepisce il mondo come scenario di viaggio permanente, dove non bisogna sedersi o fermarsi.

Avventuriero è colui che intende la vita come un’avventura, le cui conseguenze sono inevitabili.

Dovremmo tutti, essere più romantici, più vagabondi e più avventurieri. In viaggio e nella vita.

“…a piedi nudi…” Claudio Moja

THE EDGE OF THE WORLD

IL GIRO DEL MONDO SOSTENIBILE

CLAUDIO MOJA

I mass media annientano ogni disanimia personale

La tv ci racconta un mondo che non esiste, questo ve lo posso assicurare.

I mass media creano una concezione generale coltivata nel tempo, che ci priva di una disanimia(esame accurato) personale e razionale.

Usciamo a scoprire com’è realmente il mondo con i nostri occhi.

Per chi invece vuole divano, magari un camino e uno schermo a tutti i costi, una buona visione è il film CAPTAIN FANTASTIC!

1000 POSTI PER DORMIRE


Posti più o meno strani dove ho dormito:

  • Boschi
  • Spiagge
  • Deserti
  • Aiuole e parchi di ogni genere
  • In Georgia, più precisamente a Batumi ho dormito in spiaggia, sotto una tempesta di fulmini infernale. È durata ore, temevo di morire colpito da una di quelle saette. Il vento era così forte cne piegava la tenda e ho passato tutta la notte a sorreggerla dall’interno. Pioveva tanto che anche all’interno ero tutto bagnato, ho pensato più volte di prendere solo lo zaino e correre alla ricerca di un riparo.  Prima dell’alba la tempesta si è placata e ho potuto riparare a tutti i danni e riposare.
  • In Armenia, tra le sue bellissime, fredde e impegnative montagne ho dormito nella neve. Faceva un gran freddo e la mia tenda non era studiata per temperature di – 10 gradi, ma il silenzio, il bianco e quelle vette con quei panorami incredibili sono un bellissimo ricordo. Indelebili nella mia mente.
  • In Azerbaijan ho dormito in una casetta della polizia, dopo aver accettato uno spinello proprio da un ufficiale, che mi ha accolto curioso del mio viaggio. Paese dove la Cannabis è vietata e vige una dittatura. Rimasi sorpreso e un po’ perplesso, sia per lo spinello che per il permesso di dormire in un casotto delle guardie. La mattina, due poliziotti mi hanno preparato te caldo e una colazione abbondante. Carico di energie sono ripartito in quel paese un po’ difficile, che mi ha dato non pochi problemi.
  • In un’isola bellissima della Turchia, ho dormito con una vista indescrivibile.  Vedevo Istanbul, con tutte le sue luci, alternate tra moschee e palazzi moderni. Sdraiato a pochi metri dal mare, la guardavo in lontananza, incredulo da tanta bellezza.
  • Ho dormito in tutte le isole Principe nel mar di Marmara.
  • Attraversando l’ Iran, dei local mi indirizzarono più volte verso un villaggio particolare, dicevano “è un posto adatto a un turista come te”. Era situato nel deserto, nell’estremo sud del paese e alla fine decisi di andarci. Arrivai in quel piccolissimo villaggio e capii subito, che ero in un posto dove le persone non condividevano religione e restrizioni imposte dallo stato e dalla cultura. Mi accorsi subito che le ragazze erano senza velo e in gran segreto producevano il vino! Mi accolsero in un ostello dal nome Art Hostel. Erano tutti hippie musicisti, fecero una festa per la mi presenza, suonarono e fumarono oppio senza sosta, giorno e notte. Erano tutti stra fatti, mi passarono più volte una pipa lunga un metro, con il bracere tanto grande che conteneva una palla d’oppio puro, grande come un’albicocca, ma io non accettai. Quasi mi pento di non aver fatto quell’esperienza mistica, ma è una cosa che non mi interessa.
  • Ho dormito sotto a ponti di tutti i tipi, grandi piccoli, alti decine di metri o bassi che in piedi non ci stavo.
  • Ho dormito sopra alcune gallerie, nel verde, con la strada che passava sotto di me.
  • Ho dormito su non so quanti divani della gente. Una notte speciale la passai su un divano in riva al mare, ospitato da un ex detenuto che mi ha raccontato la sua vita. Era stato in galera 25 anni, tutti i giorni la polizia veniva a controllarlo.  Scontava il resto della pena ai domiciliari, nel suo ristorante, dove dormiva, mangiava, lavorava e viveva. Seguiva la routine che ha vissuto per 25 anni, io l’ho condivisa con lui ed è stato emozionante. Mangiava su fogli di giornale e il pane non si poteva toccare, fino a che non era finito tutto il cibo che aveva cucinato. La sera quando ci siamo coricati su due vecchi divani a 10 metri dal mare, capii quanto si godeva quella libertà. Capii ancora meglio cos’è la libertà, la libertà di poter vedere il tramonto, le stelle. La bellezza di poter andare a dormire con il suono delle onde del mare e l’aria fresca sulla pelle. Era molto triste dentro di sé, sicuramente aveva fatto e visto tante cose brutte, ma aveva gli occhi pieni di speranza e mentre parlavamo sorrideva sempre. Ora è senza dubbio una persona dal cuore grande, pieno d’amore. Quando mi vide non ci pensò un attimo, mi accolse. Mi ha sfamato e fatto riposare due giorni e due notti.
  • Alcune notti ho dormite, altre  passate sei sveglio, su sedie di ristoranti o sotto ai tavoli sul mio materassino, accolto da vari locandari, abituati a viandanti e forestieri.
  • Una notte ho dormito ubriaco nel bancone di un bar, sulla pedana, tra i frigo. Facevano un gran rumore e un gran caldo.
  • Alcune notti lungo le coste, mi è toccato pernottare su scogli davvero scomodi, però la mattina un tuffo in mare era la cosa migliore che potessi desiderare.
  • Ho passato qualche notte anche in campeggio, pagando e godendo della doccia. Molte altre volte in campeggi abbandonati, sono sempre fighi a mio parere.
  • In Bulgaria ho dormito in enormi campi di Canapa trovati per caso. Camminando, più volte mi sono accorto, che la vegetazione intorno a me era Canapa. Ero stupidamente sorpreso,  perché  la cosa anormale è che sia stata debbellata e non che cresca spontaneamente come una volta, sopratutto poiché infestante. C’era un ottimo profumo e un venticello piacevole.
  • Ovviamente ho bazzicato vari ostelli. Grandi, piccoli, in regola, illegali, pieni di gente, vuoti, alcuni moderni, altri vecchi e marci. In Kosovo sono capitato in delle situazioni giovanili davvero divertenti, con scambi culturali tra decine di viaggiatori da tutto il mondo.
  • Come i barboni mi è toccato passare notti sotto i portici di varie città, in assenza di una situazione migliore. Tutte notti pessime.
  • A Ceccalto in Italia ho “dormito” in una siepe nascosto. Una notte da incubo, circondato da prostitute, spacciatori e ragazzi provenienti dall’est Europa incazzati e ubriachi. Per fortuna nessuno si è accorto della mia presenza.
  • Ho dormito sui comodissimi tappeti persiani, accolto nelle case del popolo Iraniano, il più altruista e disponibile che io abbia trovato.
  • In case abbandonate e ruderi vari
  • Sotto tettoie a caso, per proteggermi dalla pioggia ed evitare di montare la tenda. Una notte in particolare, ero sotto una tettoia, sdraiato sopra una panca larga 15cm. Per non cadere misi carretto e seggiolino vicini, lungo un fianco, così da appoggiarci un braccio e una gamba, altrimenti cadevo appena mi si chiudevano gli occhi.
  • Una notte davvero speciale, la passai da solo sulla barca di un pescatore sordo muto, stra simpatico e altruista.
  • Sul confine Bulgaria, Turchia e Grecia, piazzai la tenda dietro a una frontiera, troppo vicino, troppo “nascosto”. La notte arrivarono i soldati con i fuoristrada, torce e armi puntate, mi fecero agitare parecchio. Io li accolsi, mani in alto e passaporto in mano. Dopo vari controlli mi permisero di stare lì.
  • In amaca fuori da una chiesa in Bosnia, la polizia passava a controllare che stessi bene ogni 2 ore. (solo in Italia se monti la tenda ti danno la multa invece che salutarti)
  • In Bulgaria, un ragazzo italiano simpaticissimo, mi fece stare a casa sua. Mi diede le chiavi e mi lasciò lì tutto il week end.  In questa valle magnifica, molto simile al Trentino, poche case, pascoli, boschi e fiumi.
  • Istanbul è stata infinita da attraversare. Lasciatomi alle spalle il verde della Turchia occidentale, approdai alla grande città di mezzo, dopo tutto il giorno a camminare non ero nemmeno vicino al centro della metropoli. Passai la prima notte in amaca, in un’ aiuola spartitraffico. Tra 4 corsie ad alta velocità, che indicavano l’ ingresso nel cuore di Istanbul. Nottata pessima, ma dal grande valore emotivo.
  • Di fianco alla tangenziale a Brescia, tra tossici e spazzatura, vi lascio immaginare.
  • Nei peggio ghetti
  • 4 o 5 volti sono capitato in alberghi lussuosi e una volta ho montato la tenda in una pessima camera d’albergo.
  • In amaca ho dormito sopra il fiume, non c’è nulla di meglio del suono di un ruscello per dormire.
  • In giardini privati
  • Nei porti
  • In molti paesi mi hanno accolto in palestre e centri comunali, dandomi la possibilità di dormire
  • Sul confine Iran Armenia circondato da torrette militari, dopo un po’ mi abituai, ma ogni giorno mi controllavano dalle 5 alle 10 volte.
  • In un simil ostello capsula, in Georgia a Tiblisi.
  • In Azerbaijan una notte non ho dormito, cacciato dai soldati, sotto il diluvio. Avevo freddo, paura e tutta la mia attrezzatura era bagnata. Il giorno dopo lo passai a dormire sotto il sole mentre tutta la mia roba asciugava.
  • Mooolte notti passate in bianco in zone poco sicure o sotto ai temporali o circondato da animali aggressivi.
  • In Bosnia è pieno di serpenti e vipere e li sentivo sempre strisciare  sotto il telo della tenda.
  • In spiagge, prati, campi e montagne senza tenda, sotto le stelle, decine di notti da favola.
  • Di fianco alle mura di vecchi castelli.
  • In ‘ostelli’ freddi, sporchi, senza il bagno.
  • In casa di tante persone con il cuore grande, molte povere e poche ricche
  • In vari autogrill o strutture simili
  • Dietro a benzinai e strutture di ogni tipo
  • Vicino a una Riserva di orsi
  • In boschi dove sentivo i lupi, in compagnia di un motociclista polacco.
  • In conventi di suore
  • In posti dove l’inquinamento luminoso non esiste, eravamo io, il cielo stellato e i suoni della natura.

Le prime volte era difficile, dormivo a botte di due ore, sempre con un occhio quasi aperto. Con il passare del tempo, mi sono abituato e ho imparato a scegliere i punti giusti, mi sentivo sicuro una volta montato il mio bivacco e ho dormito davvero ovunque.

 

A piedi nudi… Claudio Moja

Oggetti trovati e situazioni strane

Cose più o meno strane trovate per strada, dall’ Italia, all’Iran.

  • Un orologio
  • Un Ipod
  • Un mp3
  • Vari occhiali da sole
  • Tante tante monete, per un valore complessivo di quasi 300 euro in 8 mesi
  • Un boa bianco lungo 3 metri
  • Un para sole per auto, utilizzato come mantello per non prendermi un’insolzione
  • Accendini
  • Tanta tanta tanta spazzatura
  • Tanti cani e qualche tartaruga
  • Coltivazioni di marijuana, dove mi sono ovviamente fermato a dormire