1000 POSTI PER DORMIRE


Posti più o meno strani dove ho dormito:

  • Boschi
  • Spiagge
  • Deserti
  • Aiuole e parchi di ogni genere
  • In Georgia, più precisamente a Batumi ho dormito in spiaggia, sotto una tempesta di fulmini infernale. È durata ore, temevo di morire colpito da una di quelle saette. Il vento era così forte cne piegava la tenda e ho passato tutta la notte a sorreggerla dall’interno. Pioveva tanto che anche all’interno ero tutto bagnato, ho pensato più volte di prendere solo lo zaino e correre alla ricerca di un riparo.  Prima dell’alba la tempesta si è placata e ho potuto riparare a tutti i danni e riposare.
  • In Armenia, tra le sue bellissime, fredde e impegnative montagne ho dormito nella neve. Faceva un gran freddo e la mia tenda non era studiata per temperature di – 10 gradi, ma il silenzio, il bianco e quelle vette con quei panorami incredibili sono un bellissimo ricordo. Indelebili nella mia mente.
  • In Azerbaijan ho dormito in una casetta della polizia, dopo aver accettato uno spinello proprio da un ufficiale, che mi ha accolto curioso del mio viaggio. Paese dove la Cannabis è vietata e vige una dittatura. Rimasi sorpreso e un po’ perplesso, sia per lo spinello che per il permesso di dormire in un casotto delle guardie. La mattina, due poliziotti mi hanno preparato te caldo e una colazione abbondante. Carico di energie sono ripartito in quel paese un po’ difficile, che mi ha dato non pochi problemi.
  • In un’isola bellissima della Turchia, ho dormito con una vista indescrivibile.  Vedevo Istanbul, con tutte le sue luci, alternate tra moschee e palazzi moderni. Sdraiato a pochi metri dal mare, la guardavo in lontananza, incredulo da tanta bellezza.
  • Ho dormito in tutte le isole Principe nel mar di Marmara.
  • Attraversando l’ Iran, dei local mi indirizzarono più volte verso un villaggio particolare, dicevano “è un posto adatto a un turista come te”. Era situato nel deserto, nell’estremo sud del paese e alla fine decisi di andarci. Arrivai in quel piccolissimo villaggio e capii subito, che ero in un posto dove le persone non condividevano religione e restrizioni imposte dallo stato e dalla cultura. Mi accorsi subito che le ragazze erano senza velo e in gran segreto producevano il vino! Mi accolsero in un ostello dal nome Art Hostel. Erano tutti hippie musicisti, fecero una festa per la mi presenza, suonarono e fumarono oppio senza sosta, giorno e notte. Erano tutti stra fatti, mi passarono più volte una pipa lunga un metro, con il bracere tanto grande che conteneva una palla d’oppio puro, grande come un’albicocca, ma io non accettai. Quasi mi pento di non aver fatto quell’esperienza mistica, ma è una cosa che non mi interessa.
  • Ho dormito sotto a ponti di tutti i tipi, grandi piccoli, alti decine di metri o bassi che in piedi non ci stavo.
  • Ho dormito sopra alcune gallerie, nel verde, con la strada che passava sotto di me.
  • Ho dormito su non so quanti divani della gente. Una notte speciale la passai su un divano in riva al mare, ospitato da un ex detenuto che mi ha raccontato la sua vita. Era stato in galera 25 anni, tutti i giorni la polizia veniva a controllarlo.  Scontava il resto della pena ai domiciliari, nel suo ristorante, dove dormiva, mangiava, lavorava e viveva. Seguiva la routine che ha vissuto per 25 anni, io l’ho condivisa con lui ed è stato emozionante. Mangiava su fogli di giornale e il pane non si poteva toccare, fino a che non era finito tutto il cibo che aveva cucinato. La sera quando ci siamo coricati su due vecchi divani a 10 metri dal mare, capii quanto si godeva quella libertà. Capii ancora meglio cos’è la libertà, la libertà di poter vedere il tramonto, le stelle. La bellezza di poter andare a dormire con il suono delle onde del mare e l’aria fresca sulla pelle. Era molto triste dentro di sé, sicuramente aveva fatto e visto tante cose brutte, ma aveva gli occhi pieni di speranza e mentre parlavamo sorrideva sempre. Ora è senza dubbio una persona dal cuore grande, pieno d’amore. Quando mi vide non ci pensò un attimo, mi accolse. Mi ha sfamato e fatto riposare due giorni e due notti.
  • Alcune notti ho dormite, altre  passate sei sveglio, su sedie di ristoranti o sotto ai tavoli sul mio materassino, accolto da vari locandari, abituati a viandanti e forestieri.
  • Una notte ho dormito ubriaco nel bancone di un bar, sulla pedana, tra i frigo. Facevano un gran rumore e un gran caldo.
  • Alcune notti lungo le coste, mi è toccato pernottare su scogli davvero scomodi, però la mattina un tuffo in mare era la cosa migliore che potessi desiderare.
  • Ho passato qualche notte anche in campeggio, pagando e godendo della doccia. Molte altre volte in campeggi abbandonati, sono sempre fighi a mio parere.
  • In Bulgaria ho dormito in enormi campi di Canapa trovati per caso. Camminando, più volte mi sono accorto, che la vegetazione intorno a me era Canapa. Ero stupidamente sorpreso,  perché  la cosa anormale è che sia stata debbellata e non che cresca spontaneamente come una volta, sopratutto poiché infestante. C’era un ottimo profumo e un venticello piacevole.
  • Ovviamente ho bazzicato vari ostelli. Grandi, piccoli, in regola, illegali, pieni di gente, vuoti, alcuni moderni, altri vecchi e marci. In Kosovo sono capitato in delle situazioni giovanili davvero divertenti, con scambi culturali tra decine di viaggiatori da tutto il mondo.
  • Come i barboni mi è toccato passare notti sotto i portici di varie città, in assenza di una situazione migliore. Tutte notti pessime.
  • A Ceccalto in Italia ho “dormito” in una siepe nascosto. Una notte da incubo, circondato da prostitute, spacciatori e ragazzi provenienti dall’est Europa incazzati e ubriachi. Per fortuna nessuno si è accorto della mia presenza.
  • Ho dormito sui comodissimi tappeti persiani, accolto nelle case del popolo Iraniano, il più altruista e disponibile che io abbia trovato.
  • In case abbandonate e ruderi vari
  • Sotto tettoie a caso, per proteggermi dalla pioggia ed evitare di montare la tenda. Una notte in particolare, ero sotto una tettoia, sdraiato sopra una panca larga 15cm. Per non cadere misi carretto e seggiolino vicini, lungo un fianco, così da appoggiarci un braccio e una gamba, altrimenti cadevo appena mi si chiudevano gli occhi.
  • Una notte davvero speciale, la passai da solo sulla barca di un pescatore sordo muto, stra simpatico e altruista.
  • Sul confine Bulgaria, Turchia e Grecia, piazzai la tenda dietro a una frontiera, troppo vicino, troppo “nascosto”. La notte arrivarono i soldati con i fuoristrada, torce e armi puntate, mi fecero agitare parecchio. Io li accolsi, mani in alto e passaporto in mano. Dopo vari controlli mi permisero di stare lì.
  • In amaca fuori da una chiesa in Bosnia, la polizia passava a controllare che stessi bene ogni 2 ore. (solo in Italia se monti la tenda ti danno la multa invece che salutarti)
  • In Bulgaria, un ragazzo italiano simpaticissimo, mi fece stare a casa sua. Mi diede le chiavi e mi lasciò lì tutto il week end.  In questa valle magnifica, molto simile al Trentino, poche case, pascoli, boschi e fiumi.
  • Istanbul è stata infinita da attraversare. Lasciatomi alle spalle il verde della Turchia occidentale, approdai alla grande città di mezzo, dopo tutto il giorno a camminare non ero nemmeno vicino al centro della metropoli. Passai la prima notte in amaca, in un’ aiuola spartitraffico. Tra 4 corsie ad alta velocità, che indicavano l’ ingresso nel cuore di Istanbul. Nottata pessima, ma dal grande valore emotivo.
  • Di fianco alla tangenziale a Brescia, tra tossici e spazzatura, vi lascio immaginare.
  • Nei peggio ghetti
  • 4 o 5 volti sono capitato in alberghi lussuosi e una volta ho montato la tenda in una pessima camera d’albergo.
  • In amaca ho dormito sopra il fiume, non c’è nulla di meglio del suono di un ruscello per dormire.
  • In giardini privati
  • Nei porti
  • In molti paesi mi hanno accolto in palestre e centri comunali, dandomi la possibilità di dormire
  • Sul confine Iran Armenia circondato da torrette militari, dopo un po’ mi abituai, ma ogni giorno mi controllavano dalle 5 alle 10 volte.
  • In un simil ostello capsula, in Georgia a Tiblisi.
  • In Azerbaijan una notte non ho dormito, cacciato dai soldati, sotto il diluvio. Avevo freddo, paura e tutta la mia attrezzatura era bagnata. Il giorno dopo lo passai a dormire sotto il sole mentre tutta la mia roba asciugava.
  • Mooolte notti passate in bianco in zone poco sicure o sotto ai temporali o circondato da animali aggressivi.
  • In Bosnia è pieno di serpenti e vipere e li sentivo sempre strisciare  sotto il telo della tenda.
  • In spiagge, prati, campi e montagne senza tenda, sotto le stelle, decine di notti da favola.
  • Di fianco alle mura di vecchi castelli.
  • In ‘ostelli’ freddi, sporchi, senza il bagno.
  • In casa di tante persone con il cuore grande, molte povere e poche ricche
  • In vari autogrill o strutture simili
  • Dietro a benzinai e strutture di ogni tipo
  • Vicino a una Riserva di orsi
  • In boschi dove sentivo i lupi, in compagnia di un motociclista polacco.
  • In conventi di suore
  • In posti dove l’inquinamento luminoso non esiste, eravamo io, il cielo stellato e i suoni della natura.

Le prime volte era difficile, dormivo a botte di due ore, sempre con un occhio quasi aperto. Con il passare del tempo, mi sono abituato e ho imparato a scegliere i punti giusti, mi sentivo sicuro una volta montato il mio bivacco e ho dormito davvero ovunque.

 

A piedi nudi… Claudio Moja